lunedì 20 febbraio 2012

PERCHE' QUESTO BLOG

Citando l'art. 27 della Cost. questo blog vuole rendere testimonianza sul fatto che esiste una grande discrasia tra i principi enunciati in Costituzione e le prassi penitenziarie. La finalità della pena, purtroppo, oggi non è la ri-socializzazione delle persone condannate. Il carcere è ormai diventato un luogo di incapacitazione del disagio sociale, grazie anche a leggi liberticide, come la ex-Cirielli che apre con molta facilità le porte del carcere ma le chiude a chi vorrebbe ri-cominciare una vita nella legalità; come la Bossi-Fini che, introducendo il reato di clandestinità, ha portato la presenza in carcere di extracomunitari sulla soglia del 40%; e come la Fini- Giovanardi che, equiparando le droghe leggere a quelle pesanti, riserva il carcere anche a chi è in possesso di pochi grammi di mariyuana. La ri-educazione del condannato è possibile soltanto se il sistema e gli operatori che lo gestiscono rinunciano a parte della loro autoreferenzialità, se lasciano entrare la società civile al di là del muro al fine di co-gestire alcune attività che il sistema non può per antonomasia. Penso ad attività terapeutiche, sportive, didattiche, culturali, di solidarietà. Ma spetta anche alla società civile farsi carico del carcere. Deve "adottarlo" in modo che il carcere si trasformi in una istituzione sociale.
Questo blog vuole altresì dare voce a chi non ce l'ha o a chi è impedito di parlare liberamente, in contrasto anche con il principio della libertà di espressione.
Si parla tanto di amnistia in questo periodo, ma questa non risolve il problema del carcere italiano e nemmeno quello del sovraffollamento. Se non si faranno riforme consistenti sulla struttura del codice penale il problema del sovraffollamento ritornerà ad un anno dall'amnistia. Noi pensiamo ch eci siano cose da fare subito, che devono andare di pari passo con l'amnistia (che non può essere più rinviata):

1. depenalizzazione di tutti i reati bagatellari;

2. abrogazione di leggi liberticide e incostituzionali, come quelle sopra descritte;

3. rivalutazione della legge Gozzini, l'unica (anche se incompleta) scritta nel rispetto dell'articolo 27 della Costituzione;

4. conseguenza del punto 3, utilizzare le misure alternative alla detenzione in carcere, le uniche in grado, contrariamente a quanto afferma una certa vulgata mediatica, di far diminuire i reati e di dare sicurezza ai cittadini;

5. mettere la persona al centro di ogni progetto di ri-educazione.

In attesa che vengano presi questi provvedimenti nel bene di tutta la società, noi di Articolo27 continueremo per la nostra strada, continueremo a sensibilizzare l'opinione pubblica, continueremo a gridare al mondo che un carcere così è incivile, che le persone detenute hanno il diritto sacrosanto di essere "trattate" con dignità, qualunque sia il reato che abbiano commesso.

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